‘E allora ciak’ è una rubrica che vuole approfondire il mondo dei film e delle serie tv, segnalando nuove uscite ma anche un approfondimento su realizzazioni storiche che meritano una particolare attenzione. Un autentico tuffo nella cinematografia. Appuntamento settimanale: il sabato. SEGUICI ANCHE SU FACEBOOK
Potrei iniziare questa rubrica parlandovi dei classici film Hollywoodiani, oppure dei cinecomics figli della modernità tecnologica che strizzano l’occhio sia alle nuove generazioni che ai boomers tentando di assottigliare un gap generazionale ormai palese.
Ne avremo modo andando avanti ma non è questo il giorno.
Oggi vorrei proporvi un film sottile, diretto con spietata cinicità da Paolo Genovese che utilizzando le parole di Garcia Marquez ci pone dinanzi ad una realtà innegabile: “che ognuno di noi ha tre vite: una pubblica, una privata ed una segreta”.
Partendo da questo presupposto vorrei chiedervi: “siete davvero sicuri di conoscere la persona che avete al vostro fianco?”
Metti una serata a tavola tra amici di lungo corso, aggiungici un’idea tanto folle quanto geniale: “mettere tutti i cellulari sul tavolo e rendere pubblici tutti i messaggi e chiamate”.
Mescola il tutto con un’eclissi lunare che scandisce il tempo crescente e calante di un climax che coinvolge, stupisce e cattura in questo rondò tra terra, sole e luna come tutto fosse sospeso tra il reale ed il surreale.
Eccovi servito un film italiano di valore assoluto, riconosciuto a livello mondiale tanto da guadagnarsi un remake in diciassette paesi, una spietata e cinica trasposizione della nostra quotidianità che mina le nostre certezze e convinzioni e ci lascia un po’ interdetti per la sua veridicità e per il paradosso che solleva: “l’amore si basa sulla fiducia reciproca ma d’altro canto la fiducia è la madre della disattenzione. Possiamo scambiarci messaggi istantanei, accorciare le distanze, essere sempre connessi, ovunque, a lavoro, per strada, anche a tavola.. Restiamo comunque perfetti sconosciuti.”
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