‘E allora ciak’ è una rubrica che vuole approfondire il mondo dei film e delle serie tv, segnalando nuove uscite ma anche un approfondimento su realizzazioni storiche che meritano una particolare attenzione. Un autentico tuffo nella cinematografia. Appuntamento settimanale: il sabato. SEGUICI ANCHE SU FACEBOOK
É la vigilia di natale. Un tenore e la sua compagna vengono spediti al fronte per allietare e sollevare con il loro canto il morale delle truppe ormai spossate da una logorante guerra di trincea. Ma dopo la prima strofa di Stille Nacht il cosiddetto “nemico” scozzese risponde accompagnando la canzone con la cornamusa.
La visione soggettiva non può mutare l’effettiva realtà dei fatti. Un gatto può chiamarsi Felix per un tedesco e Nestor per un francese ma rimarrà sempre lo stesso libero ed indipendente felino.
Così alla stessa maniera un soldato può indossare la divisa tedesca, francese o scozzese ma rimarrà sempre un uomo con la sua storia, i suoi sentimenti, le sue speranze.
É la nostra umanità a unirci ed una canzone di natale può essere la scintilla per trovare la forza ed il coraggio di uscire dalle trincee e stringersi in un abbraccio, mettere da parte seppur per un solo giorno le ostilità e venir meno a quelle regole imposte dalla crudeltà di una guerra che non fa sconti a nessuno.
Siamo pur sempre esseri umani.
Questa è la morale su cui Christian Carion poggia le fondamenta del suo film
“Joyeux Noel” portandosi a casa l’Oscar come miglior film straniero (2006) ed un Golden Globe per la medesima categoria raccontando una storia basata su fatti realmente accaduti nelle trincee dell’artois nel 1914 durante la prima guerra mondiale, senza perdersi in mera retorica, con semplicità e quel tocco di ironia che non guasta dimostrando quanto sia universale il messaggio di pace e portandoci a riflettere sull’assurdità del conflitto armato.
Assolutamente un film da non perdere, vi auguro buone feste.
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