‘E allora ciak’ è una rubrica che vuole approfondire il mondo dei film e delle serie tv, segnalando nuove uscite ma anche un approfondimento su realizzazioni storiche che meritano una particolare attenzione. Un autentico tuffo nella cinematografia. Appuntamento settimanale: il sabato. SEGUICI ANCHE SU FACEBOOK
“Se Dio esiste, dovrà chiedermi scusa”. Ritrovata su un muro di Auschwitz è una frase che non lascia spazio ad interpretazioni.
Questa settimana vorrei riflettere su di un tema molto importante: La giornata della memoria…
Il 27 gennaio del 1945, alla fine delle seconda guerra mondiale, i cancelli di Auschwitz vengono abbattuti dalla 60esima armata dell’esercito sovietico rivelando la spaventoso scempio estremo della degenerazione umana…
La stampa sovietica non accolse con clamore la liberazione dei campi di Auschwitz ma la giornata del 27 gennaio è andata ad assumere col tempo un significato simbolico: quello della fine della persecuzione del popolo ebraico.
In tutta la Germania le truppe alleate convergenti sulla capitale fecero scoperte simili. Si sa che la storia è fatta dagli episodi e dalla persona giusta al momento giusto.
Per quanto fosse un uomo di guerra quando con i suoi uomini, il generale Dwight D. Eisenhower giunse presso i campi di concentramento e riconobbe all’istante l’importanza del momento e non esitò dando l’ordine giusto. Laddove in buona fede molti avrebbero cercato di restituire un minimo di dignità ai corpi stremati dei sopravvissuti, un’ultima forma di rispetto ai cadaveri gettati nelle fosse comuni.
Il generale fece l’opposto ed ordinò che fossero scattate il maggior numero di fotografie alle fosse comuni dove i cadaveri erano ammassati come piramidi, alle baracche gelide che fungevano da dormitori, al filo spinato, le docce, i forni crematori, le armi, le divise, gli strumenti di tortura.
Fotografie ai sopravvissuti talmente vicini alla morte da poter interloquire con essa…
Pretese poi che tutti i cittadini tedeschi delle città vicine venissero a vedere la realtà dei fatti e che i suddetti civili aiutassero a seppellire i cadaveri.
“Che si abbia il massimo della documentazione possibile – che siano registrazioni filmate, fotografie, testimonianze – perché arriverà un giorno in cui qualche idiota si alzerà e dirà che tutto questo non è mai successo”. Che tutti sappiano, che tutti ricordino.
Citando Primo Levi “Ricordare è un dovere: essi non vogliono dimenticare, e soprattutto non vogliono che il mondo dimentichi, perché hanno capito che la loro esperienza non è stata priva di senso e che i Lager non sono stati un incidente, un imprevisto della Storia.”
Perché il giorno della memoria non riguarda solo gli ebrei ma tutte quelle minoranze, quegli indesiderati, gli innocenti che hanno pagato il prezzo più alto. Rappresenta un’occasione di riflessione su una storia che ci riguarda da vicino.
Nel giorno della memoria vengono commemorate le vittime del nazismo ma anche delle leggi razziali italiane e tutti coloro che si opposero ed aiutarono le vittime. Ma lo scopo non è celebrare, ma ribadire la necessità di studiare e capire il passato perché non si ripeta.
A questo riguardo di film ne sono stati fatti molti, Capolavori come “Schindler List” di Steven Spielberg, “La vita è Bella”, che ha portato all’Oscar la sensibilità e genialità di Roberto Benigni, vere opere d’arte cinematografica ma il film che vorrei consigliare è tratto da un romanzo di John Boyne, diretto da Mark Herman a cui non occorre una recensione o una prolissa presentazione, è un film che personalmente ritengo uno dei più adatti a far ragionare sul tema: “Il Bambino con il pigiama a righe”.
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