LIBRO CHI LEGGE – PINK… CINZIA GIORGIO

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‘Libro chi legge’ è una rubrica che vuole approfondire il mondo della lettura, segnalando nuove uscite ma anche manoscritti già in commercio che meritano una particolare attenzione. Un viaggio insomma a 360° nell’arte e nei libri, un momento di approfondimento. Doppio appuntamento settimanale concentrato nel weekend: il sabato e la domenica. SEGUICI ANCHE SU FACEBOOK

Fine settimana tutto al femminile: LIBRO CHI LEGGE dedica il suo spazio a Cinzia Giorgio.

Anche quando sono in vacanza, durante le mie passeggiate serali, non riesco a resistere alla tentazione di entrare in una libreria e di solito scelgo librerie indipendenti perché, senza nulla togliere alle grandi catene, hanno un’anima, un sapore diverso e chi le gestisce ha una passione smisurata per i libri e la lettura.

Il mio amore per Cinzia è nato a Bellaria, in una di queste librerie dove, ad attrarmi, sono stati il titolo e la bellissima copertina del romanzo “La collezionista di libri proibiti”, Newton Compton Editori.

Leggerlo ha creato in me una vera e propria dipendenza. Da allora mi sono messa alla ricerca di tutte le sue pubblicazioni. Storie costruite sulla passione per la lettura, mai banali. Riesce ogni volta a farmi sentire protagonista.

Cinzia è dottore di ricerca in Culture e Letterature Comparate. Si è specializzata in Women’s Studies e in Storia Moderna, compiendo studi anche all’estero. Organizza salotti letterari, è direttore editoriale del periodico Pink Magazine Italia e insegna Storia delle Donne all’Uni.Spe.D.

Sempre con Newton Compton ha pubblicato l’appassionante saga familiare “I migliori anni”, ambientata nell’Italia del Novecento. L’incredibile storia di una donna che porta con sé il ricordo di un grande amore. In un’epoca di violenza, la coraggiosa protagonista insegue i suoi sogni e lotta per i suoi sentimenti.

Ancora una volta l’istinto di lettrice seriale mi ha dato la possibilità di conoscere un’autrice colta e autentica. Sono sicura che presto ci regalerà altre emozioni; l’unico problema è che siamo più veloci noi a leggere di quanto lo sia lei a scrivere e per un po’ ci sentiamo orfani delle emozioni che ci trasmette.

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