GUBBIO – Negli ultimi giorni a Gubbio è tornato di nuovo a scaldarsi il dibattito sull’ambiente. Sulla questione interviene il gruppo consiliare “Liberi e Democratici” che sostiene il sindaco Filippo Stirati.
“In questi ultimi tempi – si legge nella nota diffusa – assistiamo in città a talune prese di posizione sul tema del CSS portate avanti da forze politiche e sociali che non parlano il linguaggio della chiarezza. Si cerca di far passare il messaggio che bruciare il CSS combustibile nei cementifici (ma in prospettiva anche il CSS rifiuto) sia una scelta industriale. Che la comunità eugubina dovrebbe accettare perché in grado di coniugare sviluppo e sostenibilità. Questa linea, molto schiacciata sulle posizioni delle aziende, sconta l’incapacità di avere un’idea di vero sviluppo sostenibile per il nostro territorio.
Liberi e Democratici, invece, sostiene con convinzione l’azione che sta portando avanti l’amministrazione comunale. Nel cercare di dare alla nostra città una possibilità concreta di sviluppo sostenibile alternativo che passi innanzitutto con il verificare l’attuale stato di inquinamento del nostro territorio. La creazione dell’ “ecodistretto” e l’imminente stipula di una convenzione con l’Università La Sapienza e con il CNR per un esame approfondito del livello di inquinamento dell’aria (finanziati con il bilancio comunale) vanno proprio in questa direzione. E ci saremmo aspettati un maggiore sostegno al metodo e al percorso intrapresi dall’amministrazione comunale. Soprattutto da parte di chi vorrebbe candidarsi a rappresentare l’interesse generale della comunità e che proprio per questo dovrebbe mantenere un sano distacco dai poteri economici.
E non dovrebbe mai avere dubbi nel cercare di avere un livello di conoscenza maggiore su temi così importanti per la salute delle persone e la salubrità dell’ambiente. In questo senso, l’amministrazione pone attenzione a tutte le matrici ambientali (aria, terra, acqua), puntando a sviluppare in futuro anche ulteriori indagini approfondite in materia. Nonché quelle di tipo epidemiologico unitamente al registro tumori.
Iniziare a bruciare oggi il CSS nei cementifici è una scelta profondamente sbagliata. Perché si inizierebbe nella nostra città una pratica e un ciclo economico attorno allo smaltimento dei rifiuti. Proprio in un momento in cui i cambiamenti che già stanno avvenendo in tutta Europa nel settore dell’approvvigionamento energetico vanno in tutt’altra direzione. Bruciare il CSS è una scelta che risponde a una logica industriale vecchia. Che non rappresenta la migliore pratica economica. Si inizierebbe a fare oggi quello che da altre parti hanno fatto per anni (ma con quali costi per l’ambiente?). Ma che ora stanno smettendo di fare. Anche sulla spinta di concreti finanziamenti comunitari che da qui ai prossimi anni cambieranno profondamente le fonti energetiche e le pratiche industriali.
Oltre ai rischi per la salute, bruciare il CSS significherebbe caratterizzare lo sviluppo economico del territorio a vantaggio di taluni soggetti e a svantaggio di altri. Perché è chiaro che questa pratica economica si svolgerebbe a discapito di altre (quelle peraltro più promettenti). Venendo a penalizzare fortemente la vocazione turistica ed agricola. E venendo a caratterizzare con il marchio della ‘città dei rifiuti’ una città che invece merita tutt’altra tipologia di sviluppo economico. Questa è la nostra linea che abbiamo affermato da sempre, fin dal 2014, di fronte a tutti i cittadini. Con chiarezza e determinazione, nella pienezza della libertà di espressione del nostro pensiero e di indipendenza dell’azione che da sempre ci caratterizza”.
