PANDEMIA E CRISI – Richieste azioni concrete a sostegno delle donne

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GUBBIO – E’ stato presentato al sindaco di Gubbio Filippo Stirati e alla Giunta Comunale un ordine del giorno avente ad oggetto “Prime azioni a sostegno delle donne come categoria maggiormente colpita dalla crisi scaturita dalla pandemia” da parte dei consiglieri comunali Giorgia Gaggiotti (Scelgo Gubbio), Mirko Pompei (Liberi e Democratici), Riccardo Biancarelli (Democratici per Gubbio), Francesco Zaccagni (Socialisti Civici e popolati) e Giorgia Vergari (Gruppo Misto).

La crisi – si legge nel documento – colpisce sempre più duramente le donne. Secondo l’Istat, il mese scorso gli occupati sono diminuiti di 101.000 unità: 99.000 sono donne e appena 2.000 uomini. Nei dodici mesi, il saldo negativo di 444.000 unità è composto da 312.000 donne e 132.000 uomini. In un paese in cui le donne che lavorano sono ancora soltanto il 50% della popolazione femminile. E’ necessario dunque porre in essere progetti mirati all’occupazione femminile e al sostegno delle donne impegnate nel lavoro di cura. La pandemia ha esibito la centralità e insieme la crisi della riproduzione sociale e del welfare pubblico.

Le condizioni della sanità e della scuola ne sono l’esempio più lampante. Per far fronte a questa ennesima emergenza occupazionale femminile la rete delle istituzioni può fare molto, così come le donne possono rappresentare una grande risorsa per il paese se saremo capaci di sopperire a tali deficit impiegandole proprio in quei settori che da sempre le hanno viste protagoniste. Tali misure prevedono una progettazione complessa e a lungo termine, in cui un ruolo centrale lo avranno il governo, le regioni, i comuni ma anche e soprattutto le aziende pubbliche e private.

Nel frattempo possiamo porre in essere tutte le misure di sostegno immediato, che potremmo definire di primo soccorso, necessarie a tamponare situazioni di grave e/o momentanea indigenza economica. Affinché le donne possano continuare ad autodeterminarsi, a prendersi cura della propria salute sessuale e riproduttiva come diritto inalienabile, non sacrificabile e non suscettibile a cambi di colore. Anche per questi motivi è importante rafforzare la collaborazione con le strutture sanitarie e gli operatori sanitari e commerciali del territorio.

Lavorando sulla prevenzione e sull’informazione atta a prevenire onerose ospedalizzazioni (ad oggi rese ancora più difficili dalla crescita dei contagi), gravidanze indesiderate e il diffondersi delle malattie sessualmente trasmissibili. Nello sviluppare rapporti di collaborazione con gli attori economici del territorio per lo sviluppo di un commercio solidale, ovviamente, saranno poste le basi che verranno ritenute più opportune ed agevoli da tutte le realtà che intenderanno aderire al progetto. E al tempo stesso che siano più efficaci nel contrasto alla povertà e alle situazioni di piccola e grande indigenza.

Sono le giovani donne tra i 19 e i 35 anni con contratti di lavoro a tempo determinato a pagare il prezzo più alto della pandemia. Per le quali a nulla è servito il blocco dei licenziamenti. In Umbria non va meglio. Dopo una lieve flessione del tasso di disoccupazione nel 2019, i numeri tornano a salire già nel primo quadrimestre del 2020. Come si evince anche dall’analisi del contesto territoriale contenuta nel DUP approvato recentemente da questa giunta, il rapporto di inoccupazione tra donne e uomini qui conferma il trend nazionale. Per ogni uomo che perde il lavoro ci sono 15 donne che fanno la stessa fine.

L’ISTAT ci fornisce una finestra per affacciarci su un panorama allarmante tramite attività di monitoraggio sugli impatti economici e sociali del Covid-19. Fornendoci anche un altro dato estremamente significativo. Di quelle 15 umbre che hanno perso il lavoro, soltanto una torna a cercare lavoro. Il dato sale leggermente nel periodo estivo per poi tornare in flessione con l’arrivo dell’autunno. E’ evidente che molte donne siano state costrette a sacrificare la loro indipendenza economica per seguire i figli in assenza di scuola e servizi capaci di assorbire l’impatto sulle famiglie dell’emergenza.

Particolare attenzione, inoltre, va posta nei confronti della salute sessuale e riproduttiva delle donne con disabilità. Che spesso richiede la sinergia di diverse equipe per poter essere garantita. Oltre che ad una particolare e più attenta informazione sul territorio al fine di impedire che tale aspetto possa essere in qualsiasi modo sottovalutato e/o trascurato. A tutela della dignità della persona, individuando situazioni di fragilità, disagio, privazione e violenza (ben il 65% delle donne con disabilità dichiarano di aver subito violenze e molestie sessuali).

Questa proposta costituisce un piccolo primo passo di un lungo percorso ancora tutto da costruire. Che ci vedrà tutte e tutti impegnati nel contrasto ad una disparità sociale che è anche una delle principali cause della violenza di genere. E che è concausa di quella mancata crescita economica che, ormai da anni, questo paese insegue con scarso successo. In conclusione è importante ribadire che, in questo particolare momento storico-politico, la laicità delle istituzioni costituisce una solida garanzia del rispetto di tutte le istanze provenienti dalla società civile. Senza distinzioni, discriminazioni e disparità.

Si impegnano quindi il sindaco, gli assessori di competenza e il Consiglio Comunale:

  • A farsi promotori presso la Regione Umbria di una deliberazione di legge che consenta l’accesso alla contraccezione gratuita da parte di alcuni soggetti con particolari situazioni di potenziale disagio socio-economico. Come i giovani dai 14 ai 25 anni, le donne in età fertile disoccupate o con figli a carico o in situazione di precarietà, donne tra i 25 e i 45 anni che abbiano scelto la contraccezione nel post partum. Oppure a seguito di una interruzione di gravidanza così come già avviene in altre regioni con tassi di IVG in evidente discesa. Con la massima attenzione verso le donne disabili, molto spesso vittime di una discriminazione sanitaria per lo più sommersa.
  • Avviare la prima fase di confronto per attivare un progetto che coinvolga le farmacie e le attività commerciali del territorio per la nascita di un ‘commercio amico delle donne’. Che preveda lo sconto dell’IVA sui supporti igienici per il ciclo mestruale e per i contraccettivi, nelle modalità che verranno ritenute più convenienti ed efficaci.
  • Coprogettare e sostenere il Consultorio con campagne di informazione e di educazione sessuale e sentimentale rivolte a tutte e tutti per fasce d’età. Anche con incontri on line, in modo da poter favorire l’accesso in ogni condizione sanitaria e in anonimato. Mantenendo la possibilità di porre domande direttamente alle operatrici e agli operatori del consultorio, con cadenza quindicinale e/o mensile a giorni e orari fissi.
  • Estendere al Consultorio la possibilità di assistere le donne che vogliano far ricorso all’IVG tramite la RU486 nelle modalità indicate dal Ministro della Salute Speranza. E recentemente accolte dalla Regione Umbria (tramite la revoca dei provvedimenti precedentemente iscritti nella delibera del 10 Giugno 2020) avviando una fase di sperimentazione presso il nostro Consultorio. Così come auspicabile soprattutto in una fase di forte congestione delle strutture ospedaliere.
  • Favorire attraverso la collaborazione con le operatrici e gli operatori del consultorio la rinascita dell’ Assemblea del Consultorio. Prezioso strumento attraverso il quale le donne possono avere un ulteriore punto di riferimento a tutela della loro salute. Per la creazione di reti virtuose che dal basso siano in grado di incidere sui decisori politici nel loro interesse”.

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